di Sabrina Apuzzo (Presidente Naca – National Association Condominium Administrators)
L’aggressività è un istinto naturale dell’uomo, che si può camuffare o indirizzare, ma non eliminare, né tantomeno governare del tutto.
I comportamenti aggressivi nell’uomo si manifestano, prevalentemente, in risposta alla presenza di ostacoli che lo separano da una mèta e che, per essere superati, richiedono una volontà più o meno lesiva nei confronti degli stessi ostacoli.
Il soggetto aggressivo reagisce agli ostacoli in modo, tendenzialmente, “forte”.
Un amministratore che si trovi di fronte a un condomino aggressivo potrebbe reagire con una manifestazione di risentimento o di aggressività. Anche se soddisfacente e liberatoria, questo tipo di reazione non produce la ricercata armonizzazione del rapporto ma indurrà invece un inasprimento dei toni.
L’amministratore deve tener presente che l’aggressività del condomino nasce dalla necessità di superare un ostacolo; pertanto, dovrà comportarsi in modo da non essere visto dal condomino come tale. Il condomino lancia una sfida e l’amministratore non deve assolutamente cadere nella trappola: in questo modo crea le condizioni per essere visto come un soggetto non minaccioso, innocuo e gestibile a piacimento. Questo è quello che il condomino deve credere, ma che in realtà non deve succedere.
L’amministratore deve gestire la situazione, utilizzando il suo Adulto ed evitando di andare nel Bambino Adattato; se questo dovesse accadere non sarebbe l’amministratore, ma il condomino a controllare la situazione. Spesso può essere necessario fare in modo che il condòmino dia libero sfogo alla propria aggressività per poi, riprendere il controllo, prima con una transazione Genitore – Genitore e poi Adulto – Adulto.
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