In questo momento davvero molto difficile l’Amministratore di Condominio ha delle enormi responsabilità sulle sue spalle. Oltre alla gestione “ordinaria” del condominio in molti si sono ritrovati a dover gestire anche casi di coronavirus all’interno del proprio condominio.
Ma la domanda è “come si deve comportare l’Amministratore in questa situazione?”
Mentre il soggetto contagiato ha l’obbligo di porsi in quarantena, non esiste invece alcun obbligo per lo stesso di comunicare il suo stato a tutti coloro con i quali egli sia stato in contatto negli ultimi 15/20 giorni.
In assenza di espressa autorizzazione scritta all’Amministratore di Condominio, nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali, nessuna informazione dovrebbe essere data a cura del legale rappresentante del Condominio.
C’è da considerare anche che l’Amministratore apprende questa informazione, ma non è in possesso dei dati del test (in parole povere dei risultati del “tampone”), pertanto, non ha alcuna certezza riguardo alla fondatezza dell’informazione.
Non essendovi in capo all’Amministratore un obbligo giuridico di rendere nota tale informazione in assenza del consenso, nemmeno vi sarà una sua responsabilità in caso egli abbia mantenuto il silenzio.
Si consideri che se il legislatore non ha ritenuto meritevole la previsione di una norma specifica che imponesse la comunicazione da parte del soggetto contagiato, molto probabilmente si deve procedere in questo modo.
Sicuramente, appare buona norma procedere periodicamente, a seconda dei casi e informando i Condòmini, con la disinfezione e sanificazione delle parti comuni.
Naturalmente è a premura degli stessi condomini qualora si riceve esito positivo del tampone di informare quanto prima gli altri condomini. Permettendo così il rallentamento dei contagi.
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